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Sandro Dardanello: “Nel nome di mio fratello Piero”

Sandro Dardanello: “Nel nome di mio fratello Piero”

Alla vigilia dell’edizione 2020, il bilancio del presidente dell’associazione ‘Dardanello’

Sandro Dardanello: “Nel nome di mio fratello Piero”

Un premio che viene oggi considerato tra i più prestigiosi a livello nazionale

 

Cosa è diventato il premio giornalistico ‘Piero Dardanello’ lo ha detto bene Matteo Marani, scrittore e giornalista, già direttore del ‘Guerin Sportivo’ e di ‘Sky Sport 24’: «Per i giornalisti della nostra generazione - ha sottolineato Marani, che il ‘Dardanello’ nazionale lo ha conquistato alla seconda edizione, anno 2005 - è oggi il premio più importante a livello nazionale». Oppure Francesco Saverio Intorcia, capo dei servizi sportivi de ‘la Repubblica’, vincitore del riconoscimento nel 2018: «Un’emozione incredibile: è il premio più ambito per la mia generazione».

 

Nulla accade per caso: se si è giunti sino a qui, il merito è soprattutto di una persona che, nel 2004, ha voluto rendere omaggio all’esempio di Piero Dardanello, Maestro di giornalismo con la ‘Granda’ nel cuore. La persona in questione è Sandro Dardanello, fratello di Piero e, oggi, presidente dell’associazione culturale omonima: «Il ricordo di Piero - rileva con orgoglio e commozione - è una costante quotidiana nel mio operato e in quello della mia famiglia. Nel suo nome, in due decenni, abbiamo celebrato a Mondovì l’eccellenza del giornalismo sportivo italiano, senza dimenticare il territorio e le radici, così significative nel cammino professionale di mio fratello».

 

Il riferimento è al progetto ‘Dardanello a scuola’ che, a partire dal 2015, consente agli alunni delle Scuole secondarie di primo grado di intraprendere un cammino di studio e conoscenza sul mondo del giornalismo: «L’idea di portare la figura di Piero sui banchi di scuola - prosegue Sandro Dardanello - significa guardare al futuro del nostro percorso di impegno: ho la fortuna di guidare un’associazione che, nelle sue diverse componenti, ha ben chiara la direzione da seguire. Grazie ai tanti collaboratori per l’impegno e la passione che mettono a disposizione, a partire dal vicepresidente, Paolo Cornero, e dal segretario generale, Michele Pianetta». Tra il resto, in occasione del recente rinnovo del Consiglio direttivo, che ha visto la riconferma di Sandro Dardanello alla presidenza, un ulteriore rappresentante della famiglia è entrato a far parte degli organi sociali: è Luca Dardanello, figlio di Sandro, eletto presidente del Consiglio di Probiviri. Un segnale importante e significativo.

 

Così come è significativo non perdersi d’animo. Anche in un anno complicato come l’attuale: «Questa è un’edizione che ricorderemo. Non tanto o non solo perché è la diciassettesima - evidenzia Roberto Beccantini, presidente onorario della giuria del premio ‘Dardanello -, segno di una vitalità che l’età non ha appiattito e la scaramanzia non molesterà. La ricorderemo, soprattutto, per la ‘guerra’ che l’ha preceduta, circondata e ancora la avvolge». Diventa, dunque, doppiamente importante non fermarsi: «Il premio giornalistico ‘Piero Dardanello’ - annota Beccantini, fondatore del riconoscimento, nel 2004, con Sandro Dardanello, Enzo D’Orsi e Michele Pianetta - non intende opporsi alla tragedia del Covid come il banale trastullo che i latini avevano ridotto a un tagliente e gustoso slogan: ‘panem et circenses’. No. Il primo a opporsi sarebbe stato lui, Piero. E allora? E allora l’idea di confermare il protocollo, pur sfrondato di tutti gli orpelli accademici e gioiosi che scortavano le precedenti cerimonie, vuole significare una cosa: non dimenticare, non chiamarsi fuori dall’emergenza, ma essere lì, sul pezzo, testimoni di un dramma che ha ferito il mondo, non solo il nostro mondo. Per respirare, il giornalismo non ha bisogno di protocolli, ma di una credibilità che gli permetta di tenere la barra dritta persino fra i cavalloni di un mare così mosso e fatale, in maniera da poter sfidare, pubblicamente, il ‘senza pubblico’ delle porte chiuse. Purché le menti restino aperte».

 

Intanto, alla vigilia della cerimonia di consegna del 17° premio ‘Dardanello’ - in programma martedì 10 novembre, a partire dalle ore 18, in diretta streaming - è notizia di queste ore che il ‘Dardanello’ sarà ospite, alle ore 13 dello stesso giorno, della trasmissione ‘Il calcio è servito’, in onda sul canale 200 di Sky Sport e condotto da Cristina Buonamano. In collegamento, dalla redazione di ‘Tuttosport, il direttore del quotidiano Xavier Jacobelli, presidente della giuria del premio.

 

Il senso dell’impegno è, ancora, nelle parole di Roberto Beccantini: «Immagino Dardanello. Si sarebbe commosso davanti alla foto della infermiera di Cremona sfinita e addormentata sul ‘cuscino’ del suo computer; l’avrebbe ‘sparata’ in prima, avrebbe invitato l’intera redazione a seguirne l’esempio, perché più cronisti di così non si può, crollati ben oltre la missione di un paziente in difficoltà o di una notizia da stanare. Lo stesso rigore; il medesimo, feroce, senso del dovere». Lezioni di giornalismo e, anche, lezioni di vita: appuntamento a martedì, nel nome di Piero Dardanello.