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Nel Monregalese la grande lezione di vita di Giusy Versace

Il “DardanelloIncontra” chiude l’anno scolastico con un’ospite eccezionale

L’atleta, premio “Gasco” 2018, ha incontrato i ragazzi di San Michele Mondovì

 

«Un inno alla vita». È così che il primo cittadino di San Michele Mondovì, Domenico Michelotti, ha definito Giusy Versace, l’atleta paralimpica che, nella mattinata di lunedì 28 maggio, ha incontrato i ragazzi della scuola Media coinvolti nel progetto “A scuola di giornalismo con Piero Dardanello”. Un appuntamento che ha chiuso in bellezza il calendario dei “DardanelloIncontra”, ciclo di “colloqui” con i campioni promosso dall’associazione culturale “Piero Dardanello”, che quest’anno ha portato nel Monregalese volti dello “sport pulito” di oggi e di sempre: Elisa Rigaudo, Franco Arese, Marta Bassino, per ricordare i protagonisti dell’anno scolastico in corso.

Lunedì 28 maggio è stata la volta di Giusy Versace, a cui in serata è stato poi consegnato il premio “Piero Gasco” 2018. Nella mattinata, la campionessa è intervenuta a San Michele Mondovì dove, con la sua testimonianza e la sua energia, ha saputo coinvolgere i ragazzi e lanciare un messaggio di attaccamento alla vita.

Una storia che comincia con un impatto violentissimo con il destino, la sua. È il 22 agosto 2005: un terribile incidente sulla Salerno-Reggio Calabria le porta via entrambe le gambe. Per lei il tempo si ferma, si spezza come il suo corpo, ma la vita resiste: «Avevo 28 anni, quella mattina d’agosto - ha raccontato l’atleta di fronte alla platea di ragazzi - con una carriera appena avviata nel mondo della moda, tanti progetti. Avevo tutto. Quel giorno mi ha portato via quasi tutto, ma mi ha insegnato una cosa: l’attaccamento alla vita. Ho scoperto lì, di esserne così innamorata».

Giusy Versace è uscita dal coma (in cui era entrata soltanto durante il trasporto in ospedale) e da quei giorni bui con un grande senso di gratitudine ed una forza d’animo diventata esemplare. Con le gambe artificiali prima ha ripreso a camminare e poi, quasi per sfida, a cominciato a correre. Ha corso sempre di più e sempre meglio, non ha mai smesso di allenarsi: con tenacia, costanza, fatica è arrivata a conquistare ben undici titoli italiani, due podi europei nelle discipline di velocità (200 e 400 metri) e diversi piazzamenti importanti alle Paralimpiadi di Rio 2016.

Silenzio in sala “Azzoaglio”, a San Michele Mondovì, dove i ragazzi delle scuole sono rimasti letteralmente incantati dalla sua determinazione. Un’atleta, ma prima ancora una donna, che si è raccontata con ironia e con sincerità, ed a cui gli alunni hanno poi rivolto numerose domande, fino al termine della mattinata.

Giusy Versace è una che di battaglie ne ha vinte tante: quella della vita, quella della corsa, quella della partecipazione alle Paralimpiadi. Ma è salutando i ragazzi, che ha spiegato di volerne combattere un’altra: quella dell’informazione: «Non voglio raccontare la mia storia perché si parli di me - la sua conclusione -, ma perché possa servire a dare forza, a dare opportunità a tanti altri. Vorrei far capire ai ragazzi come voi quanto importante e preziosa sia la vita: non è una cosa con cui giocare».