Addio a Enzo d’Orsi, fondatore del premio “Dardanello”
Dal 2004, sempre attivo nella giuria con l’amico e collega Roberto Beccantini. Maestro di giornalismo, coltivatore di talenti, scomparso a Saluzzo all’età di 71 anni
Una vigilia di Pasqua a tinte grigie, come il cielo sopra la ‘Granda’. Una provincia che l’aveva accolto e accudito. Si è spento ieri all’ospedale di Saluzzo, all’età di 71 anni, Enzo d’Orsi, umbro di Foligno, saluzzese d’adozione, ombratile con i pari grado, fraterno e prodigo di consigli con i giovani talenti: ha dato al giornalismo tutta la sua vita. Una passione divenuta lavoro, il fiuto per la notizia amalgamato alla scorrevolezza della penna. Per ventun anni colonna del ‘Corriere dello SportStadio’, di cui è stato responsabile della redazione torinese, inviato con all’attivo quattro Mondiali e cinque Europei; nel corso della sua carriera, che si è conclusa al free-press ‘Leggo’, ha anche collaborato con i giornali transalpini ‘l’Equipe’ e ‘France Football’. L’acume di d’Orsi, nel 1988, durante una cena con il presidente della Sampdoria, Paolo Mantovani, valse l’idea di istituire la Supercoppa italiana. Si deve a lui ed all’amico-collega Roberto Beccantini, su coinvolgimento di Sandro Dardanello e Michele Pianetta, la nascita del premio giornalistico ‘Piero Dardanello’, rigorosamente rivolto alle penne ‘under 40’: «Fosti proprio tu - ricorda ‘Beck’ - a coinvolgermi nel varo del premio ‘Dardanello’. In una Mondovì brancolante nel buio dopo la triste perdita, facesti il mio nome. Insieme ne tracciammo i confini, e i fini. Era il 2004». Un percorso straordinario nel segno di un riconoscimento oggi considerato tra i più importanti a livello italiano: «Con Enzo d’Orsi - commenta il coordinatore della giuria del premio ‘Dardanello’, Michele Pianetta - viene a mancare colui che, più di tutti, aveva compreso l’importanza di ‘ancorare’ il premio ai giovani talenti. Quante volte, in questi anni, è stato Enzo a guidarci nelle scelte, mai di rimessa e, anzi, con la capacità unica di guardare oltre. Lascia un grande vuoto». Lo spirito del premio, anche dopo il ventennale, è rimasto lo stesso. Sempre presente nella giuria con illuminate segnalazioni, d’Orsi non ha mai fatto mancare la sua presenza nelle varie attività dell’associazione culturale ‘Piero Dardanello’. Come la mattinata dedicata a ‘Storie di Sport. Idee, amici e racconti di grandi imprese’: era il 1° aprile di cinque anni or sono, 2019, ed al fianco di d’Orsi e Beccantini, sul palco del teatro ‘Baretti’ di Mondovì, l’allora numero uno di ‘Tuttosport’, Xavier Jacobelli, e la presidente della Divisione Calcio Femminile della Figc, Ludovica Mantovani, con oltre trecento studenti monregalesi tra il pubblico. «Il suo sguardo era sempre austero, ma non mancava mai uno scintillio - annota Paolo Cornero, vicepresidente dell’associazione ‘Piero Dardanello’ e direttore del programma didattico nelle scuole - e ad innescarlo erano sempre i ricordi. Rimanevo ammaliato dalla sua memoria e dalla capacità di raccontare i dettagli con dovizia, frutto del non comune dono di coglierli. Mancheranno i tuoi consigli, ma sarai sempre nel cuore e nei pensieri di chi ha avuto il privilegio di conoscerti».